research center in Siby, Mali

architectural design and participation // prof. Francis Keré

project: research center in Siby, Mali

students: Giulia Anselmi, Irene Gadaleta

Il primo passo verso la progettazione di un centro di ricerca in un villaggio africano del Mali, Siby, è stato lo studio del paese, delle sue risorse economiche, della sua cultura, dei mezzi di trasporto, delle caratteristiche geografiche e meteorologiche. In seguito, a coppie, ognuno ha sviluppato il proprio progetto scegliendo il tema del proprio centro di ricerca.

Le funzioni previste: reception area, pozzo, centro amministrativo, archivio, tre aule per l'insegnamento, bagni, cucina, mensa, spazio multi uso per educazione, arte, aggregazione, area comune, trenta posti letto con bagni e docce, parcheggio.

Il cotone: La mia compagna ed io abbiamo realizzato un centro di piantagione e lavorazione del cotone, la maggiore risorsa del Mali nel campo dell'agricoltura.

La sua lavorazione è parte della cultura del paese ed è occasione di aggregazione per uomini e donne di ogni età, ma nella maggior parte dei villaggi manca un luogo per poter lavorare tutti insieme.

Inoltre, è sempre più diffusa l'esportazione della materia prima, alla quale succede l'acquisto di un prodotto finito molto più caro nonché la perdita di una tradizione e di una professione.

Il creare uno spazio adibito solo alla lavorazione del cotone, è per noi necessario non solo dal punto di vista pratico, ma anche teorico in quanto sottolinea l'importanza di una tradizione, crea consapevolezza di essa e le condizioni per poterla mantenere.

Le fasi della sua lavorazione sono numerose e ognuna prevede strumenti diversi: lavaggio delle fibre, cardatura e pettinatura, filatura, tessitura, cucitura, coloritura, asciugatura. Il nostro progetto prevede una sala per ognuna.

La risposta al clima: Il clima del Mali non è amico dell'uomo, lunghi periodi di forte siccità e vento caldo si alternano a pochi mesi di piogge intense, e il sole è per molte ore protagonista delle giornate tutto l'anno.

L'architettura progettata è quindi un rifugio dal caldo, capace con ampi tetti di creare ombra, e con l'orientamento delle pareti murarie di ostacolare i venti aggressivi e accogliere quelli moderati.

Le cellule e il vento:

Abbiamo studiato una tipologia di edificio, una "cellula" capace di rispondere alle condizioni del sito.

Ogni cellula in pianta risulta un rettangolo, poiché costruire forme organiche non è semplice e nel Mali non vi sono numerose risorse per costruire.

Per i muri abbiamo studiato e previsto la tecnica del "rammed earth", per la quale non è necessario importare materiali, è sufficiente utilizzare la terra locale con una giusta dose di acqua e di sassi di piccola granulometria.

Il vento caldo proviene da nord est, e le pareti che guardano questa direzione non hanno finestre.

Le altre pareti hanno invece delle aperture speculari che garantiscono la ventilazione dei locali.

Le cellule hanno diverse dimensioni e sono disposte in gruppi a seconda della funzione che ospitano.

Il doppio tetto, il sole e la pioggia:

Il tetto è doppio e realizza un sistema di raffrescamento: a chiudere la cellula vi è un tetto a voltine, realizzate con mattoni in argilla e armate con le rebars. Fra una voltina e l'altra vi è una fessura che consente l'evaporazione dell'umidità e l'uscita del calore dai locali.

Ciò che è disponibile nel Mali è infatti l'acciaio: il professore ci ha fornito un catalogo dei pezzi disponibili e sulla base di esso abbiamo progettato una seconda struttura di copertura con profilati e lamiera ondulata.

Quest'ultima ha la funzione di riparare la chiusura della cellula dai raggi del sole e dalla pioggia, e di raccogliere l'acqua piovana tramite l'inclinazione.

La raccolta delle acque:

Abbiamo progettato un sistema di raccolta delle acque, tramite l'inclinazione dei tetti e la creazione di un sistema di canali che confluisce in due diverse cisterne.