la rivoluzione informatica dell'architettura

LA RIVOLUZIONE INFORMATICA DELL’ARCHITETTURA. DOPO IL 2001

Espressioni digitali

11 Settembre 2001: l’attentato alle torri gemelle segna un cambiamento a livello globale.
Gli strumenti creati dall’uomo, la globalizzazione, la rete, l’elettronica, si avvolgono su sé stessi e determinano geometrie impreviste, vengono usati in maniera diversa da quella pensata.
Si sviluppa una cultura anti-ideologica che evita la formulazione di risposte certe, ma non evita di porsi delle domande: come usare gli strumenti che abbiamo creato? che direzione dare alle possibilità umane?
Se gli strumenti sono l’informazione, l’elettronica, nell’ambito dell’architettura si deve prendere coscienza della loro forte presenza nelle vite umane e integrarli nel settore che predispone gli spazi in cui queste vite si svolgono.

strumenti, crisi, sfide
Nell’architettura lo strumento è sempre stato elemento fondamentale di rapporto con la materia della costruzione, lo strumento concreto fine alla progettazione e realizzazione, ma anche lo strumento intellettuale, come l’idea di proiezione, di prospettiva, di serialità di processi di produzione, è stato importante.
Ma cosa è uno strumento?
Non solo un mezzo per raggiungere un fine specifico, ma anche occasione di interrogazione profonda data dalla nascita dello strumento stesso.
Scrive Alexandre Koyré riferendosi alla differenza fra occhiale e cannocchiale: un utensile è qualcosa che prolunga o rinforza una capacità umana, uno strumento è qualcosa che consente il superamento delle capacità umane.
Coloro che nella storia hanno avvertito la necessità di attuare questo superamento, hanno ideato gli strumenti: Brunelleschi e il telaio prospettico, Caravaggio e la camera oscura, Galileo e il cannocchiale, e infine, la controcultura Californiana e il personal computer.
Se la domanda è, come utilizzare gli strumenti, a che fine, in questo caso la domanda è: sarà l’Information Technology utilizzata per affrontare le crisi del mondo contemporaneo?
L’inquinamento, lo squilibrio di povertà e ricchezza, l’uso consapevole delle risorse..
La consapevolezza di questa sfida complessa, è il momento più importante degli anni duemila.

paesaggi informatici
Il tema del paesaggio ha caratterizzato la ricerca architettonica degli anni 90 del novecento:  la ricerca architettonica si è rivolta ad assorbire gli elementi caratteristici degli ambienti naturali.
2002: International Port Terminal, Yokohama, Foreign Office Architects. 
Il progetto è un parcheggio, un attracco e un servizio di terminal portuale, ma si caratterizza come un parco urbano. L’andamento della copertura dell’edificio ospita un parco-passeggiata e fa dimenticare la complessa macchina d’uso sottostante. L’interesse del progetto è la grande scala della realizzazione e l’uso di appropriati strumenti informatici di controllo, sia della progettazione che del cantiere.
Una delle più profonde ispiratrici della linea di ricerca del rapporto fra paesaggio e architettura è Zaha Haid, che persegue un’idea dinamica, guizzante e veloce delle forme. Guarda ai terrapieni, alle autostrade, agli svincoli,  ai ponti, alle ferrovie e alle infrastrutture. Esse si ibridano con l’idea di paesaggio e con la possibilità di creare una nuova architettura attraverso delle reti fra edificio e ambiente.
2005: centro bmw, Lipsia, Hadid architects.
Questo progetto è la nuova sede della BMW, e misura con precisione le modifiche del mondo contemporaneo rispetto a quello del passato, confrontandosi con il mito dei luoghi sacri della precedente cultura: la fabbrica di automobili. 
L’edificio centrale della fabbrica vede le catene di montaggio correre direttamente fra il pubblico e avvolgersi nello spazio, ospitando inoltre il corpo amministrativo.

I nuovi architetti cresciuti con il computer danno forma a un paesaggio che possiamo chiamare informatico, ovvero un paesaggio che nasce attraverso le interconnessioni dinamiche, le interrelazioni, le mutazioni, le geometrie topologiche o parametriche tipiche del mondo elettronico.
Nascono metodologie di progetto dall’osservazione dei fenomeni naturali e dalla simulazione dei meccanismi genetici di questi fenomeni.
World Trade Center, New York, United architects.
Il progetto è ideato da cinque team fra i più interessati ai temi del rapporto fra paesaggio e informatica. Propone una serie di grattacieli che si ramificano e intrecciano l’uno con l’altro lasciando non edificata l’area centrale, occupata in precedenza dalle torri. La particolarità del progetto è che la forma delle torri nasce grazie a delle tecniche informatiche espresse in algoritmi manipolabili.

la digitalizzazione: all is a bit
Nel campo dell’architettura si sviluppa un nuovo sentire che si può definire digitale.
Dopo il 2001 la tecnologia dei computer portatili è diventata matura e sempre più persone possono lavorare su dei calcolatori leggeri, inoltre negli stessi anni si è sviluppata la diffusione del Wi-Fi. 
Possedere un computer vuol dire poter lavorare in ogni luogo e vuol dire poter essere connessi e interconnessi alla rete e alle informazioni. 
Si è circondati da schermi e la loro onnipresenza determina nell’abitante della città una condizione di avvolgimento e una condizione strutturalmente digitale.
Herzog e de Meuron esprimono questa condizione nel progetto dello stadio di Pechino, con la pelle reticolare, e nel progetto dello stadio Allianz di Monaco, dove una pelle di plastica contiene luci cangianti che cambiano colore a seconda della squadra che gioca all’interno. 
Lo schermo diventa quindi superficie bidimensionale ed elemento portatore di profondità: una profondità interattiva, informativa o intelligente.
Barcellona è fulcro della sperimentazione sull’architettura contemporanea e ospita due importanti progetti.
2005: Miralles Tagliabue, Mercato di Santa Caterina.
Una grande copertura copre la grande piazza rettangolare con una superficie ondulata che unifica le diverse funzioni. La particolarità è nella tassellizzazione della superficie, il cui mantello, di 77 diversi colori e numerosi esagoni di ceramica, appare come un grande schermo ondulato.
2004: Jean Nouvel, Torre Agbar.
Questo grattacielo rappresenta un landmark della città di Barcellona. Un grande fuso che ad una scala più ravvicinata si rivela pixellato. La trama dei pannelli colorati che compongono il secondo strato della facciata evocano un immaginario schermo.
2004: OMA, SK Building, Seoul. 
È un grattacielo di circa 40 piani costruito per una compagnia telefonica coreana. Oltre a ospitare numerose funzioni esprime l’era dell’informazione.
Nella galleria d’arte elettronica al livello della strada vi sono schermi, sistemi di LED, piccoli display e grandi proiezioni in cui artisti digitali creano i loro allestimenti in un atmosfera fluida con accessori interattivi. La facciata è caratterizzata da pannelli vetrati aggettanti e non, che di notte mutano luce e colore continuamente, in risposta al variare delle situazioni e condizioni esterne della città.
I lampioni a bordo strada che circondano l’edificio sono luci e sistemi input-output reattivi.

Processi e diagrammi 

diagrammi abitati
Peter Eisenmann Negli anni 90 del novecento mette a punto la tecnica progettuale che chiama folding, descritta nel suo libro “Folding in Architecture”.
Attraverso l’atto del piegare si conformano insieme le parti di un edificio e le articolazioni del paesaggio. 
Più tardi si comprende che l’idea interessante non è la forma finale del folding e neanche il piegare in sé per sé, ma un approccio più generale di cui il folding è solo un’applicazione: il diagramma
Esso prefigura una serie di relazioni fra le parti di natura parametrica, quindi esiste un amplissimo campo di deformazioni geometriche compatibili con una determinata impostazione originaria.
Nel 2006 il matematico Michael Leyton scrive “Shape as a Memory”, in cui ipotizza che l’opera architettonica debba essere un condensatore di memoria delle azioni e degli eventi che hanno portato alla sua forma finale. Ne deriva che la processualità si estende nel passato nel presente e nel futuro: non è chiusa nell’esito finale della costruzione, ma apre il processo della sua stessa evoluzione.

modelli informatici
Ulteriore tema della ricerca architettonica è la modellizzazione delle informazioni.
La prima modellizzazione è quella in relazione allo sviluppo geometrico matematico della forma. La seconda modellizzazione è quella di un modello globale tridimensionale e informatizzato che contenga potenzialmente tutte le informazioni del progetto.
A differenza del modello tradizionale è un insieme vivo e interagente in cui le informazioni sono dinamicamente legate le une alle altre: le visioni desiderate, la normativa, il costo, i calcoli statici, le dispersioni termiche. Il modello diventa uno strumento per studiare, verificare, simulare e infine costruire: si tratta della più grande conquista dopo l’invenzione della prospettiva.
Il processo tradizionale modernista si muoveva a partire dal sistema strutturale verso l’esterno ora il processo è all’opposto: dalla conformazione della pelle esterna si passa all’orditura secondaria, alla struttura e alla conformazione degli spazi.
Se il riferimento dell’Esprit Nouveau era la macchina, il riferimento dell’architettura della rivoluzione informatica è il computer.L’architettura tende a diventare dinamica, e interconnessa, mutabile e interattiva: a immagine somiglianza dei modelli elettronici.

architettura infrastruttura 
Le infrastrutture vivono per intero la parte paesaggistica dell’architettura contemporanea. Si radicano al suolo come delle radici che modificando la propria struttura andamento si snodano sul suolo.
2001: stazione metropolitana di Iidabashi a Tokyo, Watanabe.
Il progetto nasce da una serie di interazioni di un programma informatico appositamente ideato. È pensato per creare una ramificazione delle strutture, la cui modifica è soggetta una serie di elementi perturbanti e alle regole del dimensionamento strutturale.
2005: barriera acustica autostradale, Utrecht, Kas Oosterhuis.
La barriera acustica realizzata è una struttura fonoassorbente, e si articola modificandosi nel paesaggio risolvendo più funzioni: infrastruttura acustica, protezione dei venti, collettore solare e edificio abitato. Questo progetto da luogo a un progetto informatico a dimensione territoriale.

Fluidità e nuove connessioni

spazio tempo e informazione
Un grande cambiamento di questi anni riguarda la comprensione stessa dello spazio. 
Non esiste uno spazio in cui si collocano gli oggetti architettura, ma esistono relazioni che deformano e creanospazi e oggetti, i quali non sono più dissociabili come contenitori e contenuti.
Spazio diventa una declinazione del concetto di informazione, in quanto informazione esso senz’altro esiste ed è capace di generare a sua volta altre informazioni.
2000: Installazione, Biennale di Venezia, Novak.
Uno spazio invisibile e allo stesso tempo esistente: il visitatore penetra questo spazio e tramite la sua presenza crea delle forme tridimensionali, i suoi movimenti sono trasformati algoritmicamente in volumi che vengono proiettati su uno schermo.
Gli architetti contemporanei sfidano la struttura mentale che vede nello spazio e nel tempo delle quantità oggettive e cominciano a pensare di poter creare essi stessi il tempo e lo spazio.

dell’interattività fisica ed emotiva 
Il concetto di interattività è centrale per la ricerca architettonica in questa fase storica che guarda all’informatica.
Oggi possiamo far trasformare l’architettura in maniera intelligente in risposta al mutare delle situazioni climatica e ambientale, e possiamo anche farla mutare al mutare di scenari d’uso. Variano le luci, gli elettrodomestici, le musiche, i sistemi di controllo, e i materiali stessi. 
Ormai si comincia lavorare anche attraverso l’interattività emotiva, ovvero l’interazione dell’architettura con lo stato psicologico e della percezione delle persone attraverso dei sensori.

Toyo Ito 
In quanto giapponese ha un profondissimo sentire verso gli elementi della natura, vive il mutare e il divenire delle stagioni e degli agenti atmosferici con la leggerezza e il sentimento mistico della millenaria tradizione della sua cultura. 
Nei suoi progetti accoppia questo sentire profondissimo all’interesse per i media elettronici e per tutto il mondo delle informazioni.
1986: Torre dell’acqua, Yokohama
Una torre dell’acqua dei sistemi di condizionamento di un centro commerciale, alta 21 m, viene trasformata in uno scambiatore di informazioni. Essa si modifica seguendo il flusso della vita e delle situazioni lungo il mutare delle ore del giorno e della notte.
Dotata di altoparlanti consente di sviluppare e trasmettere una musica ambientale attraverso la trasformazione algoritmica dei rumori della città.
La costruzione interagisce con l’ambiente e usa l’elettronica come elemento fondamentale di interscambio.
1989: Uovo dei venti, Tokyo 
Una scultura urbana riflettente la luce di giorno e una galleria video nella strada di notte.
2001: Mediateca di Sendai 
In questo progetto emerge un sentire subacqueo e ondeggiante, in cui i grandi alberi strutturali si immergono in una superficie trasparente. I tralicci fanno struttura, spazio, luce e forma di questo edificio, e sembrano muoversi seguendo i flussi delle informazioni e delle reti wifi.
2004: Forum per la musica e per la danza, Gent
In questo progetto Toyo Ito Sviluppa l’idea della griglia emergente. Dispone su una griglia degli “spazi sonori” e degli “spazi multifunzionali”. Dopo averli organizzati in modo regolare si concentra nel deformare il sistema. Il risultato è l’eliminazione delle distinzioni, lo spazio diventa fluido e continuo, e ogni distinzione costruttiva fra pilastri e solai viene eliminata, poiché tutto è realizzato con un involucro continuo in cemento armato.

nuvole di informazioni
2002: Blur, Neuchatel, Diller & Scofidio.
In questo progetto l’idea stessa di edificio come entità statica, chiusa, autonoma e non reattiva viene qui eliminato. Una nuova alleanza fra architettura e natura è segnata. La grande palafitta ovale, di 90 m di larghezza, in questo caso è informazione: l’edificio muta costantemente al variare di alcuni parametri delle situazioni esterne, come il grado di umidità, temperatura, il vento. Questi elementi comandano migliaia di ugelli, i quali spruzzano acqua nebulizzata attorno all’edificio, cambiandone l’aspetto.

esseri viventi informatici e progettazione sistemica 
Con il lavoro di Blur Viene mostrata la possibilità di instaurare un rapporto fra architettura e coscienza ambientale. L’architettura se tiene conto dell’informatica può divenire un elemento di trasformazione delle condizioni ambientali: può depurare l’aria, può filtrare la luce e può intessere dei rapporti attivi con l’ambiente.
Philip Rahm è un architetto francese e lavora sull’idea di uno spazio che possa essere definito dalle informazioni, incrocia l’arte, l’architettura e le scienze metereologiche e ambientali.
François Roche lavora sulla ricerca informatica verso aspetti di sostanza, su come avvicinarsi a un’architettura consapevole e sostenibile, ma cercando di non abbassare il livello della ricerca formale.
UnPlug è un suo progetto a Parigi, un edificio alto in cui le facciate sono delle membrane reattive dotate di recettori solari e di cellule fotovoltaiche, espresse anche esteticamente.
Così l’architettura è consumatrice di energia e anche produttrice di energia: apre la possibilità di un’architettura e di un’urbanistica che non siano legate alle reti fisse di distribuzione.

scienza e sostenibilità 
Si deve quindi raggiungere un’autentica ecologia dello spazio.

Tramite l’idea di separare, di ordinare e dividere i saperi, le sfere e le competenze, gli uomini hanno fatto grandi progressi. 
Dall’atterraggio sulla Luna lo sguardo sul mondo come intero ha dato la visione di quello che è: un insieme che interagisce con vapori e forme, un insieme dinamico e vitale in pulsante equilibrio. 
Si è quindi compreso di non doverlo affrontare tramite divisioni, ma tramite relazioni.
La concezione di dominio della natura e l’uso indiscriminato delle risorse a questa collegata sono state sostituite dalla ricerca di un rapporto interrelato sostenibile, di mutua integrazione fra natura e uomo, fra sistemi urbani, architettonici e ambiente.

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