partnership al progetto

Intervista a Eduardo, membro della comunità dell'Hotel occupato.


Durante l'ultimo sopralluogo fatto sull'area di progetto, ho deciso di interagire con la comunità dell'Otel Om Congress. Sono persone che hanno occupato l'edificio di u
n hotel abbandonato per ottenere un'abitazione, è una realtà simile a quella del museo MAAM, ma senza la presenza dell'arte.

Mentre ero davanti al cancello dell'hotel un signore si è incamminato verso di me chiedendomi perché ero lì. Gli ho spiegato che faccio parte di un progetto universitario che prevede la riqualificazione di alcune aree di Tor Sapienza, fra cui quella davanti all'hotel.
Eduardo era durante il suo turno di guardia all'edificio: giorno e notte gli abitanti di questo posto fanno turni per mantenere la loro sicurezza. 
Mi ha spiegato che non controllano l'arrivo delle forze dell'ordine, bensì l'arrivo di criminali o persone che vorrebbero ottenere un posto all'interno dell'occupazione.

Dopo essere entrata chiedo il permesso per porre qualche domanda e per avere qualche minuto di attenzione, Eduardo accetta e mi spiega la situazione in cui vive.

Attualmente all'interno dell'edificio vi sono 173 nuclei familiari, fra cui anche Italiani.
Ogni famiglia ha una stanza dell'ex albergo, all'interno delle quali cucinano grazie cucine a gas o elettriche. 
Sono più di 500 persone di cui 150 circa sono bambini, motivo per cui, mi spiega Eduardo, la polizia fatica ad intervenire.
Da sei anni e mezzo, quando è iniziata l'occupazione, queste persone cercano di costruire una realtà quotidiana piacevole. Organizzano assemblee settimanali per colmare le differenze razziali, confrontare le differenze culturali e per discutere i problemi della convivenza. Hanno creato una biblioteca per i bambini e utilizzano una la grande sala riunioni dell'Hotel per le feste di compleanno.

Chiedo anche a Eduardo come vedono il loro futuro, se vi è uno sfratto imminente o se per ora stanno tranquilli.

L'edificio è stato confiscato dall'Unicredit, la quale non ha per ora interesse nella sua ristrutturazione o utilizzo, per cui consente a queste persone di utilizzare questi spazi.
Ricevono visite da Medici senza frontiere per le cure e aiuti medici e da alcune associazioni di volontariato.

Colgo l’occasione per chiedere cosa ne pensa del mio progetto e dell’impatto che avrebbe sulla comunità.
Mi spiega che uno spazio verde manca e che i bambini in particolare soffrono la mancanza di spazi aperti attrezzati per giocare.
Non ha mai sentito parlare di arrampicata o di palestre di arrampicata, per cui gli spiego come funziona e che non è così pericoloso come sembra. Mi risponde che nella comunità ci sono molti ragazzi giovani che potrebbero apprezzare un centro sportivo.


Intervista ad Adrian Sauter, architetto e climber.


After the visit to the project area and the neighbourhood where it is located, do you think that a sport center could create a new community?
 I believe the area has a rich potential for a new formed community. Sport plays a big connecting part in our society and brings people, which otherwise would not meet, together. In the Silo surrounding there is already a strong connection to the place by some habitants and I think a strong magnet like the sports center would give the neighbourhood a new pulse and qualified space which integrates the outerspace. The key will be to create human scaled and liveable urban space surrounding which welcome the residents as well as guests. People coming for the sports center could expand their stay and not only come and live by car but spend on of the most valuable goods in our life which is our Time. Time to participate on a square, interact with people and create a safe environment by the presence of people.

In your city has just been built an important skatepark, which social and economic impact do you think it will have?
 In my hometown Waiblingen the city invested as part of a green Masterplan of the rivervalley in a profesional Bmx and skatepark which responded to the high the demands of the professional scene. The relatively unimportant Park which was replaced now made it very fast in to the international spotlight, the BMX World Tour announced it as one of its 4 stops and many Skaters are attracted and are willing to travel here now for the new urban playground. This will of course have an significant social impact since the acceptance for these often overlooked sports in the society will rise as well as fans and athletes will bring money and value to the area. Here i can also refer to the Urban Downhill in Taxco a town in Mexico wich became known for its Bike races through its steep and tiny streets and brought a lot of tourism and money to the place which is suffering a lot from criminality.

In the context in which our project will be done, we met people who may not be able to pay a gym fee: how could they be part of this project, with which spaces?
 Integration of the locals is key to grow acceptance to the project, this could be done by painting the Silos by local artists and offering free spaces to try out the free urban sports where all you need is a pair of shoes or a skateboard. A special interest for me is this accessibility of the sports to a large variety of people. This would mean we provide areas where the sport can be tried for free as a prototype in a small scale like a public boulder on the square which is accesible and illuminated day and night for example. Maintenance would be on the side of the sports center and would function also as a interest catcher for people coming by and using the free and fun structures such as small blocks, parcour and skate obstacles.
Parkour is a urban activity, practiced normally in the cities streets, which indoor spaces does it need?
 Parcour started by using existing urban structures like benches or walls in a creative way by jumping over them doing tricks and acrobatics. With the fast growing of the sport more and more people take advantage of a safe indoor space to train during the winter, or to work on specific skills they need for new obstacles or competitions. It is a sport where the only limitis your skills and your creativity the some should account to the spaces we want to provide for it.

The silos are steel structures, old oils containers facing the street like a landmark: how would you like to see them transformed?
 I see the silos as the identity of the place. It is like a footprint and reminds us of the history of the place. I would like to see them being transformed to be the humble protagonist in the urban theater which means they could act as surfaces to demonstarte street art as well as climbing surfaces on the lower part. Their position is stategically important because this wall like metall cilinders create a free Pulpication and Invitation sign to the street and is seen from far away. In anycase they should be preserved and treated with high quality ground level spaces which can give them a second life.

traduzione

Dopo aver visitato l’area di progetto e il quartiere in cui si trova, pensi che un grande centro dedicato agli sport possa creare una nuova comunità?
Credo che l’area abbia un ricco potenziale per una nuova comunità. Lo sport rappresenta una grande connessione nella nostra società e porta persone, che altrimenti non si incontrerebbero, insieme. Nei dintorni dei silos vi è già un attaccamento al luogo da parte di alcuni abitanti e credo che un grande magnete come un centro sportivo porterebbe al quartiere una nuova pulsazione e spazi di qualità che possano integrare l’esterno.
La chiave sarebbe creare uno spazio a scala umana che accolga i residenti dei dintorni come altri ospiti. Le persone attratte dal centro sportivo potrebbero venire ed espandere il loro tempo senza semplicemente passare in macchina, ma spendere una delle cose con più valore nelle nostre vite, ovvero il tempo. Il tempo di partecipare alla vita di una piazza, di interagire con le persone e creare un ambiente sicuro tramite la presenza delle persone.

Nella tua città è appena stata realizzata una grande pista da skateboard, quale impatto economico e sociale pensi che avrà?
Nella mia città, Waiblingen, il comune ha investito, come parte di un piano urbanistico verde per la valle di un fiume, in un parco professionale per skateboard e bmx, che ha risposto alla grande domanda della scena professionale.
Il parco, realtivamente non importante, che è stato ora sostituito, è entrato molto velocemente nella scena internazionale e il BMX World Tour l’ha annunciato come una delle sue quattro tappe. Molti skaters sono ora attratti e hanno intenzione di viaggiare per il nuovo parco giochi urbano.
Questo avrà sicuramente un impatto sociale, e l’accettazione di questo tipo di sport darà luogo a una crescita di fan e atleti che porteranno soldi e valore nell’area.
Per questo tipo di situazione mi posso riferire anche a Urban Downhill a Taxco, in Messico, che è diventato famoso per le corse di bicicletta fra le piccole e ripide strade, e ha portato molto turismo e soldi ad un posto che soffre di criminalità.

Nel contesto in cui il progetto sarà realizzato abbiamo conosciuto persone non tutte in grado di pagare l’abbonamento ad una palestra: possono essere rese partecipi di questo progetto? con quali spazi?
L’integrazione dei locali è la chiave per la crescita dell’accettazione del progetto, la quale potrebbe essere realizzata tramite la pittura dei silos da parte di artisti locali, o tramite l’offerta di spazi liberi per provare i nuovi sport urbani dove tutto ciò di cui si ha bisogno sono un paio di scarpe o uno skateboard. Un particolare interesse per me è l’accessibilità degli sport da parte una grande varietà di persone. Questo significherebbe fornire aree in cui gli sport possano essere provati gratuitamente, dei prototipi in piccola scala come ad esempio un boulder pubblico sulla piazza, illuminato e accessibile giorno e notte.
La manutenzione dell’area sarebbe a carico del centro sportivo e avrebbe la funzione di catturare l’attenzione di persone che passando possano usare le divertenti e gratuite strutture come piccoli blocchi, parkour e ostacoli dello skateboard.

Il parkour è uno sport di strada praticato normalmente in città, di quali spazi indoor ha bisogno?
Il parkour è iniziato con l’utilizzo di strutture urbane esistenti come panchine o muri, in una maniera creativa, saltandovi oltre o facendo acrobazie e trucchi. Con la veloce crescita dello sport sempre più persone sfruttano spazi sicuri e indoor per allenarsi durante l’inverno, per lavorare su particolari capacità di cui hanno bisogno per determinati ostacoli o per le gare.
È uno sport dove gli unici limiti sono le capacità e la creatività personale, gli stessi che riguardano gli spazi che si possono fornire ad esso.

I silos sono strutture di ferro, vecchi contenitori di olii dismessi, ed affacciano sulla strada come un landmark: come ti piacerebbe vederli trasformati?
Vedo i silos come l’identità del posto. Sono come un’impronta che ci ricorda la storia del luogo. Mi piacerebbe vederli trasformati nel protagonista della scena urbana, il che vuol dire che potrebbero agire come superfici per la street art o come pareti d’arrampicata nella parte inferiore. La loro posizione è strategicamente importante, perché il muro formato da questi  cilindri metallici crea una palpitazione e un segno d’invito alla strada e si avverte da lontano. In ogni caso devono essere preservati e trattati con spazi di grande qualità al primo livello che può dare così loro una nuova vita.



Intervista a Fabrizio Malagigi, climber, tracciatore e istruttore di arrampicata alla palestra di Roma Rock It

Da quanti anni lavori dell’ambito dell’arrampicata?
Lavoro nell’arrampicata da 5 anni circa.

In che modo pensi che l’arrampicata migliori o peggiori la vita delle persone? Quali cambiamenti noti nelle persone che conosci o alleni, come gruppo e come individui?
Nelle persone che alleno, noto la voglia di mettersi in gioco con se stessi e con il gruppo, ma allo stesso tempo la voglia di aiutarsi l’un l’altro. Anche dal punto di vista umano, le persone che si avvicinano all’arrampicata, almeno per quanto riguarda la parte outdoor, acquistano grande consapevolezza nell’amare e conservare la natura.

La possibilità di arrampicare in falesia e il contatto con la natura, cambiano la prospettiva della vita quotidiana in città?
Dal mio punto di vista si. Per quanto mi riguarda mi ha cambiato la prospettiva di vita, passo la settimana a desiderare di uscire dal caos cittadino per entrare a contatto con la natura e la roccia.

Il progetto prevede la realizzazione di un centro sportivo per l’arrampicata e parkour a Tor Sapienza. Le persone che abbiamo incontrato in quest’area non hanno tutte grandi possibilità.
Pensi che l’arrampicata sia uno sport costoso o facilmente accessibile?
L’arrampicata è uno sport che per quanto riguarda la palestra è uno sport leggermente costoso, ma non troppo. Per quanto riguarda le uscite in falesia, a parte una spesa iniziale per l’attrezzatura è uno sport alla portata di molti.

Negli anni in cui hai frequentato il mondo dell’arrampicata, hai notato una crescita nel numero di persone che si interessano?
Si nettamente: quando ho iniziato io l’arrampicata era quasi uno sport di nicchia e in cinque anni è diventata un vero e proprio must.

Possono iniziare le persone di ogni età o è uno sport solo per giovani?
Sicuramente è uno sport molto fisico, ma c’è una buona componente tecnico coordinativa. Quindi può iniziare chiunque, ho avuto allievi anche brizzolati che ho visto scalare meglio di neo maggiorenni.

Esiste a Roma una grande palestra per arrampicata e boulder? Se ne esistesse una, pensi che avrebbe un grande pubblico, che porterebbe persone anche da fuori Roma, o che ospiterebbe eventi?
Purtroppo a Roma non esiste una palestra grande che ospiti sia la corda che il boulder.
Se vi fosse sarebbe un grande polo di accentramento, specialmente in previsione delle prossime olimpiadi dove l’arrampicata esordirà come sport.

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